Terza classe

Un viaggio organizzato

Nel terzo anno l'impegno è rivolto alla definizione di un'organizzazione didattica che permetta di rendere più “interessante” il lavoro scolastico, che utilizzi la significatività del compito come la molla per far scattare la motivazione e la propensione da parte dei bambini a trasformare conoscenze ed abilità in competenze spendibili autonomamente in contesti diversi, e sull'implementazione della ricerca azione metodologica per arrivare a quel “sapere e saper fare” che realizzano l’essere persona di tutti i nostri alunni, passando dalla logica del “tutto uguale per tutti” alla logica per cui “si dà a ciascuno le opportunità che gli servono”.
Ed ecco così il necessario confronto con la didattica laboratoriale, sia che venga spesa nei laboratori con piccoli gruppi di livello, di compito o di interesse, sia che venga spesa nel gruppo classe tutto insieme.
Il modello della didattica dei Laboratori, rintracciabile soprattutto (ma non certo esclusivamente) nella pedagogia dell’attivismo, ci fa riflettere in particolare su tre principi:

1. gli scopi dell’educazione vanno fondati sui bisogni intrinseci del soggetto che apprende;

2. la cooperazione contribuisce efficacemente a “liberare e organizzare” le capacità di chi apprende e a trasformarle in competenze;

3. la valenza educativa delle attività sta nelle connessioni e nella flessibilità di percorsi riconosciuti dall’alunno come significativi per sé e spendibili nel compito concreto di intervenire sulla realtà.

Quindi si parte dagli interessi dei bambini e dalle loro esperienze perché ogni individuo impara più facilmente ciò che vive in una condizione di collaborazione con gli altri e di accettazione dell’ambiente. In questa situazione educativa, le attività (pratiche, intellettuali ed affettive) sono intimamente congiunte e la didattica laboratoriale assume una funzione importante come attività intenzionale per promuovere gli apprendimenti in libera cooperazione con gli altri individui. Per tutto ciò abbiamo provato insieme, adulti e bambini, a dar vita ad una strategia o un piano da concretizzare attraverso azioni organizzate.
Come già sperimentato nei due precedenti anni scolastici, attraverso il progetto di filosofia con i bambini, dalla situazione problematica scaturisce un processo dinamico e costruttivo in cui l’alunno viene sostenuto dall’insegnante che lo indirizza, lo sollecita alla scoperta dei percorsi possibili, lo sostiene nella fatica di affrontare le difficoltà.
Nella didattica, il termine Laboratorio, viene usato per indicare qualsiasi attività intenzionale tesa a raggiungere un risultato definito e concreto, attraverso una serie di procedure e di attività specifiche controllate dall’allievo e per lui significative.
I bambini si trovano così a ragionare, a confrontarsi su compiti reali ed anche quando sono necessari percorsi didattici volti a dare sistematicità disciplinare agli apprendimenti o ad esercitare specifiche abilità, queste vengono inserite in un contesto che li porta a “dare senso” a quello che si sta facendo perché ne sperimentano le possibilità applicative in un contesto vitale. Anche in questo caso l’insegnante attiva l’interesse degli alunni costruendo insieme a loro un percorso che preveda un prodotto finale, sintesi di varie fasi di lavoro.

Il tema (scenario/sfondo integratore) di quest'anno è “Il viaggio” inteso nelle sue varie accezioni di crescita, ricerca, scoperta... partendo, come di consueto, da esperienze fondanti tratte anche dalla fruizione di spettacoli teatrali debitamente selezionati tra le proposte della programmazione del teatro per ragazzi.

Ogni volta il punto di partenza (e di arrivo come ripartenza) dell’azione educativa è lo sviluppo della persona nelle sue capacità individuali e sociali per metterla in condizione di pensare bene ed agire con autonomia di giudizio, permettendo positivi rapporti di collaborazione e di identificazione con gli altri.

Tutte le attività (pratiche, intellettuali ed affettive) sono legate da uno o più temi d'indagine, riconoscibili con titoli evocativi e la didattica laboratoriale permette di promuovere gli apprendimenti in libera cooperazione con gli altri individui. La strategia educativo-didattica individuata e condivisa con la precedente mappa si poi concretizza in un piano di azioni organizzate dove la magia del teatro introduce di volta in volta la tematica sviluppata in attività per lo più di cooperative learnig e l'educazione ai linguaggi teatrali permette un ampio ventaglio di approfondimenti sviluppati anche come conoscenze disciplinari.

Si parte dal teatro. Il primo spettacolo “La Bella e la Bestia” è un viaggio nel mare della diversità per accettare l’altro anche se ci appare diverso, estraneo, brutto o cattivo. Il secondo spettacolo “Il giro del mondo in 80 giorni” è un viaggio (vero e proprio, dicevano i bambini) di conoscenza, di avventura e di scoperta di usi e costumi dei vari continenti. “Anita e la Mosca” , il terzo spettacolo, è anche una tappa di verifica del lavoro educativo fino a quel punto realizzato. Il viaggio di Anita verso l'isola, è il viaggio della crescita interiore e sociale, un viaggio affrontato con la paura di essere rifiutati, ma con la speranza di essere accolti e di realizzarsi. Questa visione è stata preparata con attività di anticipazione e/o di problem solving, e seguita, oltre che dalle nostre solite attività progettate per ogni post-fruizione, da un percorso, svolto attraverso domande guida e suggestioni stimolo, di ideazione e produzione. L' ultimo spettacolo programmato, “Il grande viaggio”, ha come tema l'accoglienza, e quindi l'approdo, un disfare il proprio bagaglio per riorganizzarlo alla ripartenza, insieme, verso nuove mete. Una storia universale e comune, la storia fatta di tante storie, più o meno riconosciute e riconoscibili, che ha permesso ai bambini di svelare e/o scoprire, nella poesia e nella narrazione, tracce e/o analogie con il mondo delle fiabe, con una struttura narrativa quindi già conosciuta, fino a individuare caratteristiche e peculiarità del protagonista e dell'antagonista, dell'aiutante e di molti oggetti evocativi.
La nostra ricerca azione di una didattica per scenari, centrata sulla progettazione e organizzazione di attività, sulla conduzione di situazioni creative e di supporto al lavoro dei ragazzi, è divenuta ormai un modo di lavorare che è come una sceneggiatura che si riscrive continuamente, ma che al tempo stesso, prevede un setting di azioni, strumenti e attività predisposte, conosciute, condivise e ripetibili.
Abbiamo svolto attività di esercitazione con rotazione ai tavoli (che nelle nostre aule sono tre) preparando spesso tre tipi di attività diverse per ogni tavolo, organizzate con strumenti didattici e con istruzioni per l’uso, per cui gli alunni sapevano cosa dovevano fare e per quanto tempo. Gli alunni hanno lavorato in autonomia così le insegnanti hanno potuto svolgere un ruolo di sostegno per coloro che risultavano più in difficoltà. Altre volte, quando era stato programmato che una delle attività fosse di avanzamento, due tavoli lavoravano in autonomia, mentre un tavolo, a turno, era seguito dall'insegnante. In tal modo è stato possibile, in un rapporto massimo di 1 a 7, monitorare e aggiustare all'istante il tiro nel nostro intervento. Per facilitare la rotazione, all'insegna della piena chiarezza, consapevolezza, partecipazione e condivisione, è stata predisposta un'apposita pannellistica oppure se ne rappresentava lo schema sulla lavagna in sede di planning giornaliero.
In questo terzo anno, con il raggiungimento di una buona autonomia nelle strumentalità di base, da parte di molti alunni, è stato possibile strutturare meglio i momenti con attività a scelta. E ciò è avvenuto sia incentivando la tipologia già nota per la quale, partendo da uno stimolo dell'insegnante in situazione frontale (lettura di una storia, narrazione di un fatto/evento, spiegazione di un argomento e/o di un fenomeno) i bambini possono scegliere il compito (disegno, sequenze, sintesi, descrizioni,...) e scegliere le modalità (individuale, a coppie, al pc...); sia iniziando a proporre una lista di attività da scegliere, gestire, registrare e valutare in totale autonomia. Se la prima pratica ha permesso il riconoscimento, la valorizzazione e lo sviluppo delle diverse intelligenze, la seconda pratica è senza dubbio quella che merita ulteriori riflessioni in quanto la sua valenza implica diversi aspetti imprescindibili come la presenza di materiali didattici predisposti e costruiti ad hoc, la redazione ed il rispetto di procedure e istruzioni per l'uso, nonché un'attenta registrazione, trasparenza e consapevolezza dei risultati. Questa è in ultimo anche una modalità utile nella gestione della classe, ottimo strumento per lo sviluppo dell'autonomia e della responsabilità e occasione per liberare risorse spendibili in azioni di recupero e/o sostegno individualizzate, quindi necessita attenzione e cura nella costruzione dei materiali necessari al suo corretto impiego.

Istruzioni, strumenti e procedure

E proprio in questo contesto c'è stato un primo approccio alla sperimentazione e stesura del Manuale della Classe che, nel caso della prima costruzione realizzata, in alcuni aspetti specifici, assume le caratteristiche di IPU per un'Aula Laboratorio Disciplinare, mentre contiene elementi più legati al “vivere la scuola”: regole e procedure, obiettivi di apprendimento chiari e condivisi, attività programmate, progettazione, valutazioni e autovalutazioni trasparenti, fatti salienti. Come docenti abbiamo iniziato a confrontarci e far pratica con un mezzo formativo e/o professionale per lo sviluppo della ricerca metodologico didattica, la condivisione di buone pratiche, la sperimentazione di processi pedagogici innovativi, mentre per i bambini/ragazzi diventa strumento alla loro portata, in quanto la rappresentazione mentale che deriva dalla sua consultazione, trova più di in aggancio nella realtà del mondo ovvero nella disposizione fisica e funzionale dell’aula, favorendo lo sviluppo di autonomia, di consapevolezza e dell’empowerment.

Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre,
ma avere un occhio nuovo."
(M. Proust)