Quinta classe

Una doverosa premessa

Nella narrazione di questo quinto ed ultimo anno (o viaggio intrapreso o momento di vita vissuto insieme) cercherò di essere il più esaustiva e chiara possibile, magari riportando anche argomentazioni già più volte espresse, ma che in questo momento è utile ribadire, per motivare, testimoniare e specificare i pensieri e le azioni che hanno contraddistinto il lavoro educativo e didattico svolto nel corso di un intero ciclo nella scuola primaria “Danilo Dolci” di Cenaia. E tutto ciò visto, non tanto e non solo, come il racconto o resoconto di un periodo di attività scolastiche concluso, ma soprattutto come riflessione su un punto di arrivo come ripartenza, nell'ottica della continuità e del futuro lavoro che i ragazzi affronteranno nella scuola secondaria di I° grado, dell'Istituto Comprensivo Mariti di Fauglia, in una visione di Scuola pensata: dal modello Senza Zaino alla Scuola della Responsabilità e, in particolare, come sviluppo della ricerca azione e sfida d'innovazione che ci vede impegnati con INDIRE in Avanguardie Educative per l'implementazione dell'Idea di Apprendimento Differenziato.

Verso il primo traguardo

L'organizzazione didattica per le due classi quinte nelle quali ho continuato ad insegnare è distribuita in moduli orari che consentono l'alternanza giornaliera degli alunni su due aule tematiche: una per le attività linguistico espressive ed antropologiche, un'altra per le attività logico matematiche e scientifiche, mentre le attività di L2, per tutte le classi, si svolgono nell'Aula Laboratorio linguistico, mentre altri spazi del plesso (atrio, sala docenti, sala mensa, cortile, giardino e orto) sono utilizzati per altre attività della comunità scuola.

La strutturazione in aule laboratorio disciplinare e con un orario di “tempi lunghi e distesi”, ha favorito un rilassante svolgimento delle routine e delle attività didattiche a scelta, diversificate e personalizzate, nel rispetto dei tempi e ritmi individuali. Una buona dose di flessibilità disciplinare si è applicata in relazione alle varie fasi progettuali, programmate e condivise anche con i ragazzi. I gruppi classe, oltre che per la partecipazione ai Laboratori, si sono aperti più volte per momenti di lavoro a classi unite, per gruppi, e si sono verificate diverse variazioni d'uso di ore destinate a specifiche discipline a favore di altre attività e stimoli di qualità, quali interventi di esperti, uscite e visite didattiche, spettacoli teatrali, mostre e viaggi d'istruzione.

Alla fine dell'anno scolastico, e del ciclo di scuola primaria, la maggior parte dei bambini e delle bambine ha raggiunto un buon livello di maturazione sul piano comportamentale, e in alcuni casi la valutazione, parametrata sulle categorie di autonomia, responsabilità, partecipazione, cooperazione, impegno e rispetto delle regole, è davvero eccellente.

Permangono purtroppo, alcune criticità e conflittualità che, scaturite spesso in ambiti legati a difficoltà individuali e/o di apprendimento, ma anche in relazioni extrascolastiche, hanno spesso agito da destabilizzante, condizionando i rapporti dentro e fuori le classi e la gestione delle relazioni. I ragazzi sono stati chiamati spesso, anche in assemblee di classe e/o collettive mediate dai rappresentanti degli alunni e delle alunne ad analizzare e riflettere sui propri comportamenti e su quelli dei compagni, sono state affrontate questioni legate ai rapporti interpersonali dei gruppi classe, alla diversità come risorsa, al tutoraggio, alla responsabilità e all'autodisciplina.

Nel secondo quadrimestre, anche in vista della formazione delle future classi Prime della scuola secondaria di I° grado, si è tentato di condividere in un micro-percorso svolto in occasione della documentazione delle attività e per l'evento per la fine dell'anno scolastico, la definizione dei criteri sociometrici per la costituzione di due nuovi gruppi. Alla fine è stato convenuto di proporre, pur in ascolto dei desiderata dei ragazzi e delle ragazze e di alcune oggettive esigenze organizzative manifestate dalle famiglie, che per la formazione dei due gruppi classe si optasse per una distribuzione ragionata degli alunni individuando criteri il più possibile chiari, oggettivi e, soprattutto, funzionali al futuro lavoro e alla gestione delle classi e che prendano in considerazione aspetti determinanti quali: un numero equo di maschi e femmine, le situazioni problematiche e/o gli alunni con H, DSA e BES e l'eterogeneità di livelli, prendendo come riferimento la certificazione delle competenze stilata in sede di scrutinio.

“Io so...”

Il nostro intervento educativo ha continuato ad essere rivolto alla costruzione di motivazioni e relazioni profonde che permettessero ai bambini di sentirsi responsabili per la propria maturazione, di sentirsi responsabili per gli altri, di sviluppare cooperazione, aiuto reciproco, solidarietà. L’effettivo coinvolgimento di tutti nella gestione delle attività scolastiche, nella condivisione degli obiettivi, nella progettazione, nella valutazione, nella realizzazione di prodotti, nella promozione culturale, ha creato le condizioni per la maturazione di una cittadinanza attiva, capace di perseguire valori della pace, della solidarietà, della giustizia, dell’accoglienza del diverso, del rispetto per l’uomo e la natura.

Sono state molte le attività e le iniziative gestite a livello di plesso, tra le quali l’esperienza di grande rilevanza pedagogica del C.R.A. (Consiglio dei Rappresentanti degli Alunni).

Questo organismo ha permesso a tutti i bambini ed alle bambine di sperimentare concretamente le regole della rappresentanza democratica e di partecipare attivamente alla “vita della scuola” ed in particolare ai ragazzi di quinta di gestire con maggiore autonomia e consapevolezza le azioni di tutoraggio verso i più piccoli, ma anche le progettualità culturali e solidali del plesso.

I percorsi di Cittadinanza e Costituzione e di Educazione alla Legalità svolti a livello interdisciplinare hanno permesso di interagire con il territorio, con la vita sociale, la rappresentanza democratica, la gestione politica (dalla studio della polis greca, alla visita istituzionale al Quirinale; dall'analisi del settore terziario all'assidua fruizione dei servizi della biblioteca comunale, alla partecipazione al Bibliogioco per la promozione della lettura della rete Bibliolandia, ma anche al Letturometro di classe; dallo studio dei diritti, alle attività di Scuole di pace e Scuola Amica; dalle attività sportive di Motoria in acqua prima e di Sport di classe poi, all'impegno per l'associazione LIBERA contro le Mafie con la partita LIBERI DI GIOCARE, già Partita del cuore in continuità con la scuola media).

Anche attraverso i Laboratori del venerdì pomeriggio, da quest'anno organizzati per gruppi di alunni a classi aperte più omogenee per età e con attività di approfondimento/sviluppo legate alle programmazioni disciplinari delle classi di riferimento, è stato possibile perseguire l’ideale di una formazione incentrata sulla dimensione della ricerca e sulla partecipazione attiva dei ragazzi attraverso tutti gli apprendimenti, ancora una volta caricati di significato, continuando a far prevalere l’elemento problematico piuttosto che quello solutivo, il pensiero critico e divergente piuttosto che quello ingenuo e convergente.

La nostra scuola viva e partecipata, la nostra comunità di ricerca non è stata un luogo facile, disimpegnato, anzi, abbiamo verificato direttamente che esplorare, ricercare, sperimentare, provare, significa impegnarsi, assumersi responsabilità, faticare.

Attraverso tutta una serie di attività co-progettate e sviluppate con e per i ragazzi si è cercato di dar loro voce e rispondere alle loro istanze, rivolgendo tutta la nostra attenzione al processo della loro crescita individuale e sociale ed alla realizzazione di percorsi metodologici atti a riscoprire/ valorizzare/ incrementare, in breve, progettare insieme tempi e modi dell’attività d’aula e del lavoro quotidiano.

La nostra organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici ci ha consentito l'utilizzo di modalità didattiche e strategie d'insegnamento basate su modelli psicopedagogici a rinforzo positivo volti a incrementare sicurezza e senso di autoefficacia, l'impostazione di una relazione basata su fiducia, ascolto, accompagnamento, una maggiore considerazione della pluralità delle dimensioni dello studente.

Come ogni anno è stato il teatro l'imput, l'offerta di quell’occasione unica e irripetibile che è la visione di uno spettacolo. per scatenare “il volo di idee” da cui sono nati i nostri itinerari di attività, riflessioni, correlazioni ed approfondimenti. E sono stati tre gli spettacoli ai quali abbiamo assistito nel corso della stagione di programmazione “La scuola va a teatro” presso la città del teatro di Cascina, perché condividiamo il pensiero di chi afferma che il teatro per la scuola fa bene sempre, e quindi se è “tre volte almeno” fa bene di più.

Gli scenari/sfondo integratore dei tre percorsi individuati per la progettazione annuale 2016-2017 hanno continuato ad essere le “grandi parole”, da indagare ancora nella loro accezione di contrasto, per poter riflettere e valutare sulle scelte e sulle conseguenze delle azioni, per rendere evidenti collegamenti e correlazioni tra situazioni ed esperienze proprio con l'intenzionalità di favorire la consapevolezza della realtà, ma altresì le possibilità aperte dal pensiero divergente. “Diritti e doveri, desideri e ostacoli, pensieri e azioni, libertà e relazioni”, sono stati questi i temi sui quali abbiamo focalizzato l'attenzione lavorando nelle “sotto-mappe” generate insieme partendo dalla nostra “mappa di progetto” iniziale.

La progettazione si è sviluppata intorno al concetto di competenza (Io so...) utile per “conoscere la realtà e condividere soluzioni per migliorala” attraverso lo sviluppo di “autonomia, responsabilità, partecipazione, cooperazione, impegno e rispetto delle regole.

Le discipline di studio, con la loro specificità e linguaggio che va rispettato, sono entrate in connessione attraverso obiettivi ed acquisizioni di abilità trasversali (fare esperienze significative, imparare ad imparare, partecipare attivamente, leggere e comprendere, ascoltare e comunicare, gestire e documentare, costruire la pace,...) il gioco, lo studio e il lavoro manuale, individuale, di coppia e di gruppo hanno trovato accoglienza e pari dignità, e e gli stimoli culturali di qualità offerti ai ragazzi li hanno impegnati sul piano fisico e culturale con creatività, fantasia, libertà e responsabilità e sono stati il filo conduttore delle varie attività.

Nella realizzazione dei vari percorsi abbiamo provato a guidare i ragazzi nel cimentarsi col pensiero complesso, con un approccio filosofico alle questioni come ci è servito fin qui a favorire lo sviluppo delle potenzialità comunicative e cognitive, confidando comunque al tempo stesso nei pilastri del nostro modello di scuola: differenziazione dell’insegnamento; apprendimento cooperativo; comunità di pratiche e di ricerca; gestione partecipata della classe; aula organizzata in aree; pluralità degli strumenti didattici.

In tutto ciò ci ha aiutato il perfezionamento del percorso metodologico didattico già sperimentato, di costruzione del Manuale di Aula (la variante del MdC per le nostre aule tematiche) che in concreto è l'elaborazione partecipata di un insieme di procedure raccolte in un manuale appunto, Riflettuto, Redatto, Realizzato (e rispettato) e Revisionato. Continuare a creare insieme questo strumento è stato molto utile per lavorare sulla reale integrazione, per gestire l’imprevisto, per il senso di identità, per non perdersi e ritrovare il filo. E' il nostro strumento che illustra il funzionamento della classe e le cose che si debbono imparare, che indica i modi di stare assieme, di lavorare e di studiare. Abbiamo scritto insieme in qualche modo le linee - guida per il gruppo di alunni e insegnanti, per vivere e lavorare bene insieme, fondamentale per una democrazia, e stabilire una base di riferimento per ciò che seguirà. Ad esempio avendo inserito la foto di come l'aula deve essere (il posto degli oggetti, dei mobili, la configurazione delle spazio ordinato, ecc...) non occorreva che qualcuno dicesse come si deve fare: bastava consultare il Manuale per agire di conseguenza. La stessa cosa vale per un'attività: alla fine sapevamo che si fa in una certa maniera che è anche stata codificata in una certa procedura e che se si dimentica qualche passaggio si vanno a rivedere i passi da fare. Tutti ci siamo ritrovati in quello che è stato scritto, anche se non lo consultavamo tutti i giorni, perché le indicazioni pratiche rimandano ai nostri valori (ordine come bellezza, l'ospitalità, la responsabilità, la comunità) e perché tutti, docenti e alunni, siamo impegnati a rispettare e condividere quello che c'è scritto.

Il primo itinerario su “Don Chisciotte” è iniziato con il periodo dell'accoglienza e le giornate di “Piovono i libri a Cenaia” e ci ha visti impegnati in attività legate alla lettura del classico di Cervantes, per poi arrivare al momento saliente della fruizione dello spettacolo teatrale di novembre.

I ragazzi hanno avuto modo di spaziare con l’immaginazione tra le lontane avventure del protagonista e quelle attuali che compiono quotidianamente attraverso le realtà virtuali con cui vivono e giocano costantemente. Partendo dai sogni di Don Chisciotte la riflessione è andata ai loro sogni e ai loro eroi di adesso. Come abbiamo già imparato a fare insieme nel corso di questi anni e attraverso varie modalità di approfondimento, abbiamo provato a stimolare riflessioni e pensieri originali mirando sempre alla ricerca di soluzioni orientanti e positive.

Il secondo periodo di lavoro si è sviluppato intorno alla lettura del primo romanzo di avventura della letteratura moderna che poi abbiamo visto rivivere sul palco grazie a uno spettacolo divertente e dolce allo stesso tempo: Robinson Crusoe.
La lotta contro tutti gli ostacoli che la vita presenta per conquistare il grande sogno della libertà, è stato il tema alto, ma anche una sorta di percorso di crescita che, come già in Don Chisciotte, ha invitato i ragazzi a non arrendersi mai, ad affrontare gli ostacoli e trovare nuove idee per superarli anche valutando forme di adattamento, confidando nello spirito di iniziativa, ma soprattutto nella cura delle relazioni . Robinson alla fine della sua avventura prende coscienza che non può imporre a Venerdì la sua volontà, e che se vuole veramente essere un uomo libero deve lasciare l’amico libero di scegliere della sua vita.

Come terzo percorso abbiamo affrontato il tema dei bisogni e tra questi il bisogno primario di cibarsi che è uno dei luoghi più importanti della relazione con chi ci sta intorno, luogo in cui prendono forma le nostre paure ed i nostri desideri. Lo spettacolo a cui abbiamo assistito, “Ho un lupo nella pancia”, rappresenta una storia archetipo del bisogno di ogni bambino di trovare nel cibo non solo la possibilità di nutrirsi, ma un’occasione per ricevere cura e attenzione: amore. Attraverso il tema dell’alimentazione ci siamo confrontati con alcuni passaggi tipici dell’età dello sviluppo e con l’importanza relazionale del cibo con particolare riferimento al rapporto adulto/bambino. La richiesta di cibo – così come il suo rifiuto – è una delle modalità con la quale i bambini, ma non solo, cercano di comunicare i propri bisogni, ansie e paure. Nella frenesia della quotidianità, a cui spesso si aggiungono le difficoltà e le paure dell’età adulta, il muro dell’incomunicabilità appare invalicabile ed allora il “lupo” si fa sentire più forte, ma il senso del gusto accompagna la costruzione delle nostre relazioni con il mondo, portandoci a tessere continui legami tra il sapore del cibo e le persone che ce lo preparano o ce lo porgono, o con gli altri che “assaporano” con noi.

Tirando le somme...

Più articolato invece è il punto relativo alle attività di valutazione. Infatti non basta predisporre, condividere e sperimentare strumenti per il monitoraggio con i quali rilevare dati e rapporti che aiutano a rendere più oggettive le verifiche ed a valutare in base sia all’esattezza della soluzione nelle prove che all’autonomia di esecuzione, ma si devono tenere sempre presenti anche il grado di coinvolgimento soddisfacimento, l’acquisizione di nuove competenze ed i miglioramenti nell’apprendimento.
Sono state somministrate periodicamente prove disciplinari che, attraverso il sistema condiviso dei “semafori” (dal punteggio, alla valutazione, al voto numerico decimale) ha permesso ai ragazzi di tener sotto controllo il proprio percorso di acquisizione di competenze (semaforo blu= livello ottimale; semaforo verde=successo rispetto alla prova; semaforo giallo= livello di attenzione rispetto ad alcune difficoltà individuate; semaforo rosso= “Stop&Go” livello di intervento per il recupero di lacune e difficoltà più gravi).
E' stata fatta anche un'analisi della tipologia di prove tipo INVALSI, in modo da familiarizzare con richieste strutturate secondo domande a scelta multipla o, elemento positivo in sé, al potenziamento dell'autonomia esecutiva, comprensione approfondita e inequivocabile del “comando” di una qualsiasi esercitazione.
Sono state somministrate le prove MT e ACMT relative ai progetti di Istituto “Scrivere senza errori”, “Leggo e Comprendo” e “Io conto così” sia a ottobre, che in uscita a maggio. Per ogni alunno è stata alla fine compilata la certificazione delle competenze acquisite.
In questo elaborato percorso di valutazione e di autovalutazione, non si può fare a meno di sottolineare come la misurazione delle competenze disciplinari non sempre ha coinciso con i progressi nel processo di apprendimento ed il livello di crescita globale. E' necessario sviluppare la ricerca e la sperimentazione in questo campo, ancora ostico e inviso, focalizzando di più e meglio l'attenzione e l'impegno sulla partecipazione attiva degli alunni alla costruzione del proprio curricolo ed alla consapevole revisione/aggiustamento e sviluppo delle proprie competenze ed abilità.
Una valutazione che concorre al successo formativo di ogni alunno nell'ottica di una didattica ampiamente inclusiva, è l'effetto di precedenti adeguate azioni di verifica e di valutazione formativa e interattiva; e favorisce il potenziamento cognitivo di ogni alunno conducendolo a migliorare le capacità conoscitive di base e, fornendogli concetti, abilità, strategie e tecniche, a rendersi sempre più creativo e autonomo nell'apprendere.

... per uno scambio di "buone pratiche"

L'obiettivo di far vivere ai ragazzi esperienze educative in tutte le dimensioni ha orientato la co-progettazione di attività formative interessanti e coinvolgenti, sperimentando una molteplicità di linguaggi, verbali e non verbali, e soprattutto mirando a far loro acquisire competenze che li rendessero autonomi e capaci di conoscere il mondo e di agirvi.
Ecco in sintesi gli elementi strutturali su cui si fonda questo modo di lavorare :

• Ruolo attivo dell’alunno nella progettazione

• Organizzazione dell’ambiente come spazio significativo e riqualificazione dell’aula

• Predisposizione di arredi e gestione condivisa di materiali comuni

• Definizione di spazi funzionali e allestimento di laboratori

• Programmazione ed attività interdisciplinari e multidisciplinari, con momenti di ricerca azione e documentazione dei risultati .

• Attività didattiche in aula e comuni (laboratori, classi aperte, biblioteca, ecc.)

• Attività intermedie (entrata, uscita, ricreazione, mensa, dopo - mensa)

• Attività straordinarie (gite e visite guidate, spettacoli, feste, rappresentazioni, ecc.)

• Attività di recupero, consolidamento e sviluppo delle abilità di base anche attraverso l’uso di device individuali, di software nelle postazioni informatiche

La logica ti porterà da A a B. L'immaginazione ti porterà ovunque.

(Albert Einstein )



Un saluto particolare dei e per i bambini e delle bambine (ora ragazzi e delle ragazze) delle classi Quinte A,B e C della Scuola "Danilo Dolci" di Cenaia, i veri protagonisti di questo lungo viaggio insieme.